La chirurgia mininvasiva dell’anca rappresenta un approccio chirurgico innovativo che, attraverso la possibilità di effettuare incisioni di dimensioni ridotte (massimo 5 centimetri), permette un importante risparmio delle risorse del paziente.
I vantaggi che ne derivano sono i seguenti:
- minor perdita ematica
- miglior controllo del dolore
- rispetto dei tessuti molli
- rispetto dei muscoli.
Perché è indicata negli interventi all’anca?
La chirurgia mininvasiva è particolarmente indicata nel caso di intervento all’anca, in quanto si tratta di un’articolazione che necessita di un ripristino biomeccanico o, in altri termini, anatomico.
Ripristinando l’anatomia dell’anca, il paziente riesce a recuperare più velocemente e può tornare alle attività quotidiane in tempi più rapidi.
È importante sottolineare che le tecniche di chirurgia mininvasiva non possiedono alcun limite di utilizzo. Infatti, possono essere impiegate sia per far fronte a patologie degenerative primarie che a problematiche più complesse, come esiti di fratture, esiti di osteosintesi e displasie di entità maggiore.
Per quali pazienti è indicata?
Quando si parla di chirurgia mininvasiva dell’anca, non esistono limiti di età.
In questo modo, è possibile trattare sia il paziente giovane che ha bisogno di tornare a casa e riprendere le attività lavorative nel minor tempo possibile, sia quello più anziano.
Questo è fattibile grazie alla grande competenza dei chirurghi che, attraverso l’utilizzo di tecniche interventistiche innovative, come la cementazione, riescono ad approcciarsi e trattare anche l’osso povero, tipico del paziente osteoporotico.
Che tipo di competenze richiede la chirurgia mininvasiva?
Le competenze necessarie per effettuare una procedura di chirurgia mininvasiva dell’anca sono correlate principalmente a:
- un elevato grado di esperienza, che implica una curva di apprendimento molto impegnativa e difficoltosa
- la capacità di svolgere una pianificazione preoperatoria accurata, che permetta di ottenere una sostituzione articolare anatomica.
Parlare di sostituzione articolare anatomica piuttosto che di protesi è molto vantaggioso, poiché consente al paziente di recuperare nel minor tempo possibile.
Quali sono i tempi e i percorsi di recupero?
I tempi di recupero della chirurgia mininvasiva dell’anca sono molto rapidi, grazie all’implementazione di un approccio multidisciplinare che si serve di protocolli riabilitativi Fast-Track.
Già a partire dal giorno dell’intervento, il paziente è in piedi, per poi essere dimesso dopo tre giorni. Il recupero completo e il ritorno alle attività quotidiane è previsto dopo un mese.
Ospedali Privati Riuniti crede molto nella centralità del paziente nel percorso di cura, con l’obiettivo di renderlo partecipe e protagonista del percorso stesso.
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Siamo a disposizione per fornirti tutti i dettagli utili sulle nostre prestazioni e sulle visite specialistiche.
Ringraziamo il Dott. Luigi Volpe, responsabile dell’Equipe Ortopedica dell’Ospedale Villa Regina, per aver concesso l’intervista, che ha permesso la stesura dell’articolo.