PRESTAZIONI

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L’artroplastica è un intervento il cui scopo è quello di restituire il movimento indolore ad una articolazione e la funzione ai muscoli, ai legamenti e ai tessuti molli che controllano l’articolazione stessa. L’era moderna della sostituzione protesica articolare inizia negli anni 60 con lo sviluppo da parte di Sir John Charnley di una protesi totale dell’anca. Quest’ultima era costituita da uno stelo femorale in acciaio inossidabile che, grazie alla testina femorale, si articolava con un impianto acetabolare di polietilene ad alta densità. Entrambe le componenti erano fissate all’osso sottostante tramite cemento polimetilmetacrilato. Da allora diversi modelli vengono realizzati per le articolazioni del ginocchio, spalla, gomito e caviglia.

La scelta dei metalli impiegati nelle protesi articolari è cambiata nel tempo all’originale acciaio inossidabile di Charnley alle leghe più resistenti basate sul cobalto o sul titanio. Le superfici articolari di carico sono realizzate più spesso in lega di cromo-cobalto-molibdeno per la sua maggiore resistenza all’usura. Gli steli femorali delle protesi d’anca e le componenti tibiali delle protesi di ginocchio invece sono a volte realizzati in lega di titanio per il suo modulo di elasticità più vicino a quello dell’osso. L’uso di accoppiamenti metallo-metallo o ceramica-ceramica e di inserto di polietilene ad alta densità, sempre più tecnologicamente avanzato, mostra una riduzione dell’usura dei componenti protesici attualmente riconosciuta come principale causa di fallimento dell’impianto. L’ obiettivo della sostituzione protesica è quello di alleviare il dolore, restituire la mobilità conservando nel contempo la stabilità e correggere la deformità. Le protesi attuali, correttamente impiantate, ottengono elevate percentuali di successo nel raggiungere questi obiettivi.

La sostituzione protesica articolare trova indicazione nei pazienti con articolazioni artrosiche, dolorose e inabilitanti che non rispondono più al trattamento conservativo e sebbene possa essere indicata anche in individui giovani, l’intervento viene generalmente riservato ai pazienti più anziani e a quelli con uno stile di vita relativamente sedentario.

La procedura di costruzione maggiormente eseguita nell’adulto è la sostituzione protesica dell'anca.

Classicamente i pazienti tra i 60 e i 75 anni erano considerati i candidati più adatti all’intervento chirurgico, ma nell’ultima decade il range di età è stato notevolmente ampliato. In letteratura si è dimostrato infatti che l’età avanzata (oltre gli 80 anni) non rappresenta una controindicazione all’intervento in quanto i risultati sfavorevoli sembrano essere più dovuti alle patologie associate che all’età. Prima di consigliare l’intervento chirurgico devono essere consigliate misure conservative come il calo ponderale, la terapia medica antinfiammatoria, riduzione dell’attività e l’impiego di un bastone. Qualora il dolore dovesse persistere ,nonostante queste misure, limitando il paziente nelle sue funzioni quotidiane e questo fosse associato ad un processo degenerativo, evidenziato radiograficamente, allora l’intervento sarebbe giustificato. Quando il chirurgo ortopedico pone l’indicazione alla sostituzione protesica dell’anca il paziente va studiato attentamente per le sue malattie sistemiche o per le condizioni di base, come patologie cardiache, polmonari, epatiche, ipertensione, che possono controindicare un intervento maggiore di elezione.

Le complicanze possono essere legate in maniera specifica all’intervento, mentre altre sono relative ad ogni procedura chirurgica maggiore eseguita nel paziente anziano. Si distinguono in precoci (lesioni nervose, ematomi e tromboembolie),ed in tardive (mobilizzazioni, rotture delle componenti ed osteolisi). Infezioni, lussazioni e fratture del femore possono verificarsi in ogni momento dopo l’intervento in relazione a diverse circostanze. Questi accadimenti associati a dolore possono portare all’esecuzione di un intervento di revisione di artroprotesi di anca che risulta generalmente più difficile, con risultati meno brillanti, con un tempo operatorio più lungo e una maggiore perdita di sangue.

Nell’immediato post-operatorio l’anca è posta a circa 15° di abduzione con l’utilizzo di un cuscino, nella prima e seconda giornata il paziente inizia la mobilizzazione attiva del collo piede, gli esercizi isometrici del muscolo quadricipite e dei glutei, può stare seduto sul bordo del letto o su una sedia a rotelle. La deambulazione assistita con girello prima e bastoni canadesi poi inizia solitamente tra la seconda e la terza giornata post-operatoria. Il paziente può essere dimesso dall’ospedale quando è in grado di coricarsi e scendere dal letto autonomamente, di camminare in piano e di salire alcuni gradini. Per le prime 6 settimane i pazienti debbono utilizzare un rialzo per il wc e un cuscino tra le ginocchia quando giacciono sul lato non operato. Viene consentito al paziente di fare la doccia quando la ferita chirurgica è completamente guarita. Il paziente quindi viene visitato in ambulatorio circa 6 settimane dopo l’intervento con un controllo radiografico. A seguito di questo e se non vi sono problematiche il paziente può abbandonare prima una e poi tutte e due le stampelle, con una ripresa anche della guida della automobile. Le visite di controllo vengono effettuate a 3,6 mesi ed ad 1 anno.

Anche nella sostituzione protesica del ginocchio l’indicazione principe è data dal dolore associato al reperto radiografico di degenerazione artrosica. La controindicazione all’intervento include una sepsi recente, una deformità in recurvato secondaria ad insufficienza muscolare, la presenza di artrodesi ben funzionante del ginocchio, patologie cutanee, ecc. Disponiamo di diversi modelli utilizzabili secondo le indicazioni cliniche e radiografiche del paziente: protesi condiliche vincolate, protesi a menischi mobili, protesi mono compartimentali, protesi a concetto modulare.

Il paziente nel pre-operatorio viene valutato clinicamente utilizzando una scala che permette di separare le capacità funzionali dei pazienti (dolore, deambulazione in piano e su scale, utilizzo di ausili) dalla funzione pura del ginocchio (range di movimento). Viene sottoposto a radiogrammi sotto-carico in varie proiezioni per stabilire l’asso meccanico dell’arto e viene studiato dal medico internista per le eventuali problematiche cardiologiche e polmonari. Le complicanze sono le medesime della sostituzione protesica dell’anca già descritte precedentemente (tromboembolia, infezioni, dolore rotuleo, danni neurovascolari e fratture periprotesiche).Il paziente nel post-operatorio immediato inizia il movimento passivo del ginocchio attraverso l’utilizzo di una macchina, potrà camminare con ausili già dalla seconda giornata postoperatoria.