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CARDIOCHIRURGIA: HESPERIA HOSPITAL UNA STRUTTURA DI ECCELLENZA SECONDO LE INDICAZIONI DEL PNE 2021 DI AGENAS

Giovedì 20 Gennaio 2022

Come ogni anno a dicembre l’AGENAS ha reso pubblici i dati relativi al PNE 2021  (piano Nazionale Esiti), cioè i risultati in termini di mortalità di tutte le Cardiochirurgie Italiane nel biennio 2019-2020. Si tratta di dati controllati (non autoreferenziali) e relativi a un periodo che per un anno è stato interessato dalla Pandemia di COVID-19. Se prendiamo in considerazione i risultati questi riguardano due grandi categorie di PATOLOGIE cardiache: la malattia coronarica e la malattia valvolare. 

Per quanto riguarda la malattia coronarica trattata con by-pass aorto coronarico la mortalità registrata a livello Nazionale con 23.734 interventi è stata dell’ 1,85%. Il dato che riguarda i pazienti operati in Hesperia Hospital (372 pazienti) è 0,81% quindi 2 volte e mezzo inferiore alla mortalità nazionale (ogni mille pazienti operati in Italia ne muoiono 18,5 in Hesperia 8,1).

Non è dissimile il dato che riguarda la patologia valvolare cardiaca, nel biennio 2019-20 sono stati operati in Italia per valvulopatie 41.394 pazienti con una mortalità del 2,38%. In Hesperia Hospital sono stati operati per lo stesso motivo 625 pazienti con una mortalità dell’1,6% anche in questo caso una mortalità largamente inferiore alla media nazionale (il 50% in meno).

In quest’ottica è bene ricordare che i risultati sono legati oltre ad una buona organizzazione e competenza anche alla sinergia che si è creata tra Hesperia Hospital e le strutture pubbliche ospedaliere di riferimento con un rapporto costante di collaborazione e fiducia.

Ricorda il Dott. Italo Ghidoni, Responsabile dell'Unità Operativa di Cardiochirurgia dell'Hesperia Hospital:

Era la primavera del 1984 ed io mi trovavo a Bordeaux dove ho compiuto la mia formazione professionale in cardiochirurgia. In quei giorni ho fatto il mio primo intervento di By-pass aorto coronario e in quegli stessi giorni Giovanni Agnelli allora Presidente della FIAT era andato a New York a subire lo stesso intervento. In quegli anni esistevano i “viaggi della speranza” e chi se lo poteva permettere andava all’estero a fare questo tipo di intervento perché in italia si facevano poco e con risultati non soddisfacenti. Ora sono orgoglioso nel constatare come nel reparto che dirigo da vent’anni si hanno gli stessi ,se non migliori, risultati  a livello mondiale e che questi “viaggi della speranza” non sono più necessari”.

CARDIOCHIRURGIA: HESPERIA HOSPITAL UNA STRUTTURA DI ECCELLENZA SECONDO LE INDICAZIONI DEL PNE 2021 DI AGENAS